Vincitore del premio Strega 2019. Mi aveva attratto perché parlava di musica… inizialmente ho faticato molto, non riuscivo ad “entrare” nella storia, ma poi piano piano mi ha catturato e alla fine devo dire che mi è piaciuto.
E’ la storia di Carlo Gesualdo da Venosa, principe madrigalista vissuto fra il ‘500 e il ‘600, uomo tormentato e tendenzialmente depresso, raccontata però da Igor Strawinsky. Il grande musicista in un suo viaggio a Roma ritrova un libro, una sorta di diario dove si raccontata la storia di Gesualdo, del terribile delitto del quale si macchia ma anche della sua genialità in campo musicale.
Un romanzo cupo, barocco, che alterna la modernità della vita di Strawinsky attraverso le lettere che scrive ad un suo corrispondente, al passato della vita di Gesualdo facendoci piombare in pieno medioevo. Anche la voce narrante del periodo medievale è esterna, è un nano amico-servo-alter-ego di Gesualdo che racconta le vicende della storia. A momento i due personaggi si alternano, in altri si compenetrano al punto che non si è più sicuri di chi sia chi, o se questo nano sia reale e non la mente distorta di Gesualdo stesso, la sua coscienza che parla per sé.
Romanzo molto ambizioso quindi, che poteva forse essere raccontato meglio, in modo più succinto e un po’ meno “barocco”.
Madrigale senza suono, Andrea Tarabbia, ed. Bollati Boringhieri, 2019