Mimì ha dodici anni, occhiali e parlantina da sapientone, la fissa per i fumetti, gli astronauti e Karate Kid. Vive in un monolocale al Vomero, a Napoli, insieme ai genitori, la sorella adolescente, i nonni. Mimì ha un amico con cui passa il suo tempo, Sasà, uno scugnizzo che abita di fronte al sul palazzo, ed è innamorato di Viola, una ragazzina che vive nello stesso stabile ma al piano “nobile”. Ha la fissa di riuscire ad esercitare la trasmissione del pensiero, e risparmia per comprarsi un costume da Spiderman, per essere anche lui un “supereroe”, come Giancarlo. Un “grande” che al posto della Batmobile ha una Mehari verde, e che di lavoro scrive, con sole armi un’agenda e una biro con le quali cerca di sconfiggere il male.
Ma il male sconfiggerà lui, perché “lui” è Giancarlo Siani, giornalista de “il Mattino” che cadrà vittima della camorra proprio quell’anno e davanti al palazzo dove vive Mimì.
Nei che precedono quel tragico 23 settembre, nel piccolo mondo circoscritto dello stabile del Vomero Mimì diventa grande, e scopre l’importanza dell’amicizia e dei legami veri, il primo amore, il valore salvifico delle parole e delle storie.
Perché le storie… ti permettono di non credere troppo al mondo là fuori, che ci mette un attimo a sbiadirti l’anima.
Estratto:
Dentro di me sentivo che era giunto il momento di tornare a sognare, tornare a dare valore e forza alle parole, che per un po’ avevo creduto nulla potessero di fronte alla cattiveria e alle ingiustizie umane e, invece, possono tanto, come sapeva bene Giancarlo e come diceva anche Rudyard Kipling: “Le parole sono, naturalmente, la droga più potente utilizzata dal genere umano”. Le parole spesso arrivano a smuovere le nostre vite, a illuminarle come fanno i grandi amori, anche a “scimunirci”, come avrebbe detto papà, ci tendono la mano ci tirano su per condurci lungo la strada che dobbiamo prendere e non abbiamo il coraggio di prendere. Da secoli ci raccontano le loro storie e ci permettono di entrare a far parte dei loro fantastici mondi, nidi nei quali possiamo rifugiarci quando arriva la sera. E poco importa se a volte trovano dei muri, se non sono riuscite a tenere in vita Giancarlo e non sono servite a cambiare le cose; se non ci evitano di cadere, l’importante è che ci aiutino ogni volta a rimetterci in piedi.
Un ragazzo normale, Lorenzo Marone, ed. Feltrinelli, 2018